Donne, arte e architettura
Proprio nella settimana che precede la Giornata Internazionale dei diritti della donna, viene annunciata la vincita del Pritzker Architecture Prize 2020, da parte del duo femminile Yvonne Farrell and Shelley McNamara, cofondatrici di Grafton Architects. Farrell e McNamara si sono aggiudicate il primo premio per l’integrità del loro approccio, riscontrabile sia nei progetti realizzati che nel loro modo di condurre il lavoro. Sono la quarta e quinta donna ad essere state nominate vincitrici di questo prestigioso premio internazionale, seguendo Zaha Hadid, Kazuyo Sejima, e Carme Pigem. A Milano le due professioniste irlandesi hanno già lasciato un segno importante con la realizzazione della sede della Bocconi, un grande monolite in Ceppo di Gré.
photo credits: Bocconi – Federico Brunetti
L’architettura ormai include tanti nomi femminili, ma la storia sembra aver ignorato per tanto tempo la presenza e l’importante contributo delle donne in questo settore. Il libro “Mujeres, Casas y ciudades”dell’argentina Zaida Muxí Martínez nasce sulla scia del successo di un blog “Un día | una arquitecta”. La catalogazione dei progetti di tante donne ha fatto poi nascere l’idea del libro che rende ragione della presenza femminile nella storia dell’architettura, in cui per decenni i testi hanno promosso un racconto poco paritario.
Tubes, azienda italiana specializzata nella produzione di radiatori, scaldasalviette e termoarredi, ha recentemente realizzato una serie di interviste dal titolo “Donna, Architetto”, ponendo le stesse sei domande a venti professioniste e creando un canale IGTV su Instagram. Alle intervistate veniva chiesto di raccontare difficoltà e benefici dell’essere donna nel mestiere dell’architetto. Tra aneddoti, sogni, attitudini e progetti preferiti, le risposte mettono in luce un atteggiamento rispettoso del ruolo professionale al di là del genere, evidenziando quanto negli anni, finalmente, sia cambiato l’atteggiamento nei confronti della donna e quanto sia diventato più facile far valere il proprio ruolo in tutti i momenti anche in cantiere.
Il collettivo RebelArchitette, guidato dall’architetta bergamasca Francesca Perani, si occupa della promozione del titolo di Architetta, parola ancora non unanimemente utilizzata, tuttavia riconosciuta dall’Accademia e della Crusca. RebelArchitette si occupa anche di sostenere le giovani studentesse di architettura nella loro promozione e inserimento nel mondo professionale, facendo rete, vedendo cosa altre colleghe hanno realizzato nella loro carriera professionale e quindi prendendo coscienza del loro immenso potenziale per canalizzarlo. Il fine ultimo è quello di ridurre la forbice che oggi esiste tra iscritte alla facoltà di architettura e iscritte agli albi professionali.
L’ultima Biennale d’Arte di Venezia ha registrato la presenza femminile più alta di tutta la storia della rassegna veneziana, diventando la prima manifestazione con maggioranza di artiste donne. Le opere proposte dalle donne hanno voluto promuovere l’uguaglianza e il rispetto per la persona, al di là del genere, ed hanno toccato il tema dell’invisibilità e vulnerabilità dell’essere donna oltre che mostrare la violenza che ancora si accanisce su un genere considerato inferiore e debole. L’artista africana Zenele Muholi si batte per il rispetto delle minoranze ha presentato all’Arsenale giganteschi ritratti che sfidano lo spettatore guardandolo negli occhi, sfidandolo e interrogandolo metaforicamente. Le donne ritratte nelle foto sembrano dire: “guardami, sono donna, sono nera, sono una forza che non può essere ignorata”.
photo credits: Biennale – Irene Fanizza