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Cinque domande a 967arch

title: "materialiedesign_dieffebi_967arch_Studio_Stefano_Maestri_Cesare_Chichi"

Per 967arch, l’approccio artigianale, da bottega creativa, si mescola con i canoni propri del processo produttivo manageriale, usando un unico filo conduttore, che si distingue per semplicità, sobrietà ed ironia. Da oltre vent’anni lo studio progetta architettura, interior e product design per aziende, clienti privati e pubblici; fondato a Milano da Cesare Chichi e Stefano Maestri, si avvale della competenza di architetti e designers coprendo le diverse scale del progetto. Il team di design è composto da Cesare Chichi, Mauro Pizzi, Simone Preatoni, Grecja De Stefani e Andrea Mastroianni. Lo studio ha realizzato edifici, spazi di lavoro per brand tra i quali Campari, Ferrero, Google, Loro Piana e prodotti per Davide Groppi, Dieffebi, MDF Italia, Poltrona Frau, True Design, Saba. Dal 2021 inoltre, 967arch è direttore creativo di MDF Italia Contract. Visto il momento di fermento per il settore dell’ufficio, abbiamo approfondito, con un’intervista, i concetti che caratterizzano la genesi di alcuni prodotti disegnati per Dieffebi e dedicati a questo spazio, ormai versatile e lontano dagli stereotipi.

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Quale spirito progettuale ha guidato la realizzazione delle collezioni Echo Lockers e Primo Tex?
La genesi dei due progetti è riconducibile a punti di partenza diversi. Nel primo caso l’azienda ci ha chiesto di reinterpretare il tema dei lockers, settore da anni statico da un punto di vista dell’offerta, ma in evoluzione come incremento di richiesta del mercato. La lettura data è stata quella di elevare il percepito di questa tipologia, fornendo un segno grafico riconoscibile e creando così una famiglia di prodotti, nelle dimensioni, nelle dotazioni e nelle configurazioni. Il Primo Tex si è invece ispirato a una ricerca di integrazione tra due mondi, Dieffebi e il gruppo Finsa, grazie all’utilizzo di metallo e pannelli in legno colorati in pasta, dall’effetto materico e tattile. Si è trattato di utilizzare un prodotto storico già a catalogo, il Primo, integrandolo con finiture che ne potessero allargare l’utilizzo rispetto a quello per il mercato office. Un incontro di materia, metallo e legno, finalizzato a un ampliamento di gamma.

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Le collezioni di contenitori hanno una destinazione funzionale specifica? 

Seppur la destinazione originale, office, ne rappresenti ancora l’obiettivo prioritario, il tema del contenimento sta assumendo sempre più una rilevanza in altri ambiti, quali coworking, ricettivo, spa/leisure, home. Non vi è quindi uno spazio definibile ideale ma un cross-over per più ambiti, grazie a una versatilità di personalizzazioni che ne permette diverse interpretazioni.

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Quanto la sostenibilità ambientale fa parte del DNA di Echo Lockers e Primo Tex o più in generale di Dieffebi?

La sostenibilità ambientale è un presupposto intrinseco nella intera produzione di Dieffebi. La materia stessa utilizzata, il metallo, ed i processi produttivi “inhouse”, ne garantiscono standard e certificazioni controllabili in tutte le fasi. Non è quindi una “medaglia” da esporre ma una filosofia ed una cultura aziendale storicamente consolidata.

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Qualche curiosità sulla scelta di materiali, colori e finiture delle due collezioni?

Non vi sono particolari curiosità quanto una capacità di combinazioni e finiture lasciate alla interpretazione di chi ne fa uso. Dalle prime proposte, agli allestimenti per le diverse fiere di settore e mercati, fino alle nuove atmosfere introdotte con la collaborazione di Dieffebi con Elisa Ossino, si può leggere la capacità dell’azienda di proporsi in modo differente senza snaturare il proprio DNA e la forza dei segni, garantendo sempre l’indiscussa qualità riconosciuta dal mercato.

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Essendo il mondo dell’ufficio in rapida evoluzione, come immaginereste di allestirlo in futuro?

Il tema è ampio e poco definibile in una sintesi schematica. Ma se si deve dare una nostra interpretazione, figlia dell’esperienza maturata sul campo, possiamo dire che si tratta di un mondo in progressiva evoluzione, come tutti, ma senza rivoluzioni sostanziali. Dalla narrazione e quindi dalle aspettative, alle realizzazioni quindi al concreto, vi è senz’altro una sostanziale divergenza di traiettoria. Vi è in ogni caso una presa di coscienza di quanto l’ambito lavorativo abbia acquisito un’importanza strategica, oltreché per i facitilties managers, per l’ambito della comunicazione e delle risorse umane. La qualità complessiva viene sempre più letta come una risorsa preziosa e non solo come un utilities.

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