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Warm minimal, nuovo trend?

Abbiamo parlato, qualche settimana fa, di una tendenza che sempre più spesso leggiamo nei progetti di interior: si tratta di spazi, materiali, finiture e oggetti che, pur in un’estrema semplicità, riescono ad avvolgere e a restituire sensazioni morbide. Si tratta di una sorta di minimalismo “caldo”, lontano da quello più sterile e dominante nel decennio a cavallo del nuovo secolo. Le finiture più fredde fanno oggi spesso spazio a materie profonde, bianchi e neri materici scaldati anche dalla presenza dell’oro, quasi dimenticato fino a pochi anni fa.

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Photo credits: Olivari

Specie in ambito residenziale, dopo gli anni ‘80, è stato raro vedere utilizzati metalli neri e finiture dorate mentre oggi vengono recuperate dalle versioni originali di certi oggetti di design storico e utilizzate su nuovi prodotti. Maniglie e rubinetti, di cui la finitura dorata era retaggio di un certo stile ostentato, di una certa epoca o di certe culture sono diventate quasi finiture “standard”. Lama, elegante maniglia disegnata da Gio Ponti e prodotta da Olivari, è un classico di cui per anni si era dimenticata la finitura dorata; oggi l’ottone è una scelta quasi convenzionale, che scansa la più comune finitura cromata o satinata.

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Photo credits: OLuce (anche in copertina)

Stiamo assistendo, da qualche anno, ad un cambio significativo; l’ottone, il rame e il nero, specie nelle finiture metalliche, vengono scelti anche nei progetti più semplici in cui non si vuole ostentare ma al contrario si vuole garantire una percezione preziosa anche negli oggetti e negli spazi più puri e meno decorati. Questo minimalismo caldo è espressione della volontà di circondarsi di elementi semplici ma speciali; in una lettura più ampia, come sempre nella lettura dei trend, questo può significare la voglia di spogliarsi dell’inutile mantenendo e scegliendo poche cose ma più rare.

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Photo credits: Fantini

Le rubinetterie per anni hanno conosciuto praticamente solo l’utilizzo del cromo (e solo raramente dell’acciaio satinato o del colore); anche in questo ambito oggi assistiamo ad un cambio radicale e tra le finiture più richieste per i progetti di interior (anche quelli più semplici e perché no in cui il budget non è infinito) la scelta dell’ottone o del rame sono spesso contemplate. Fantini, sulla collezione Lamé, tra le più semplici e rigorose disegnate da Thun e Rodriguez, ha introdotto le nuove finiture PVD che comprendono anche oro e rame.

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Photo credits: Davide Groppi

E tra le lampade? Atollo il grande classico disegnato da Vico Magistretti nel 1977, un esempio di purezza di forme che trova una delle più belle espressioni proprio nella versione in alluminio verniciato oro. Infine anche Davide Groppi, con la sua idea minimale di luce, ha introdotto la finitura oro opaco. Così, una lampada essenziale come la TeTaTeT diventa un elemento accentratore di attenzione per la definizione pulita e marcata del cono luminoso che fa di ogni tavolo un luogo d’incontro. Portatile e ricaricabile rappresenta inoltre la massima espressione della libertà; libertà dorata non suona molto meglio gabbia dorata?

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