Non solo architetture verticali
La verticalità come segno grafico, architettonico, di arredo. Questa forma, oltre alla caratteristica geometrica nasconde, a seconda della disciplina, diverse particolarità e qualche curiosità. Lo sviluppo verticale delle città non è notizia nuova, più esclusivo e recente è invece il modo di approcciarsi alla progettazione dei grattacieli includendo, nello sviluppo verticale, funzioni che prima erano organizzate sulle superfici orizzontali ai piedi degli edifici.
Image courtesy: Stefano Boeri Architetti
Il Bosco Verticale, per esempio, è più di un grattacielo, è un sistema della biodiversità, diventato una sorta di format che sta per essere replicato in altre città del mondo (e purtroppo anche già semplificato e banalmente copiato). L’organizzazione di questa architettura non prevede solo l’inclusione degli alberi, garantendo a chi vive in quegli appartamenti più ossigeno e benessere, ma è un vero ecosistema in cui le farfalle trovano il loro habitat e le api possono finalmente ripopolare anche la città.
Image courtesy: Stefano Boeri Architetti
Insomma giardini e i parchi, che fino a vent’anni fa era impensabile potessero muoversi da terra, hanno trovato l’ideale collocazione in verticale in “una casa per alberi che ospita anche umani e volatili”. L’uso verticale dello spazio garantisce un minore sfruttamento del suolo con il conseguente beneficio di poter lasciare spazio per attività collettive, per tutti i servizi destinati a migliorare la qualità della vita e per altra vegetazione di cui hanno immenso bisogno le città.
Image courtesy: Fondazione Franco Albini
Anche nell’arredamento la verticalità non è solo una caratteristica estetica. Franco Albini ha basato una buona parte della sua maniera di progettare sugli elementi verticali; il montante su cui fissare un quadro per posizionarlo in centro stanza, il sistema espositivo filiforme, la libreria “Infinito” con tubolari da pavimento a soffitto, gli svariati elementi divisori che erano piccole architetture e non un semplice arredo. Oltre ad una verticalità quasi architettonica, come la intendeva Albini, gli elementi che sfruttano tutta l’altezza di uno spazio interno sono solitamente scelti per rendere gli ambienti funzionali e pratici.
Image courtesy: Cesar Cucine
Lavorando sulle verticali in cucina per esempio, si riescono a tenere ad altezza ergonomica gli elettrodomestici che altrimenti risulterebbero meno funzionali. La parte più alta dei contenitori diventa un prezioso spazio espositivo o di dispensa; questa zona può essere resa più facilmente accessibile prevedendo scale su carrelli nel caso si tratti di librerie, appenderie saliscendi nel caso di armadi, attrezzature estraibili per accedere a tutti i ripiani, sia lateralmente che frontalmente.
Image courtesy: Glamora
La verticalità può essere infine un gioco grafico che aiuta a percepire diversamente gli spazi, collegando pavimenti e soffitti in maniera diretta e voluta, portando lo sguardo verso l’alto. La carta da parati offre tante alternative e spunti, dai motivi geometrici e più rigidi fino a quelli che imitano l’andamento verticale della natura, creando atmosfere di volta in volta adatte al carattere di chi le sceglie. Avete mai pensato che una carta da parati può dare sensazioni diverse creando ambienti dinamici o statici, energici o rilassanti, rigidi o morbidi? Pensando ai motivi verticali vi vengono in mente fusti di alberi o linee geometriche?