Design ai tempi del Coronavirus
Come si è attivato il mondo del design nei confronti della pandemia da Covid 19? Come si sta muovendo la creatività per supportare la “debolezza” di un sistema sanitario messo a dura prova dal diffondersi veloce del contagio con conseguente sovraffollamento dei reparti di terapia intensiva? Ognuno ha messo in atto le proprie capacità, eccellenze, chi ha riconvertito le produzioni industriali per sopperire alla mancanza di dispositivi come camici e mascherine, chi ha ridisegnato valvole e le ha stampate in 3D.
Quest’ultimo è il caso di un teorico fisico, Massimo Temporelli che è un imprenditore illuminato ed illuminante e che, basandosi sulla forza del suo network scientifico, ha creato e supportato la connessione tra chi aveva bisogno, ovvero l’ospedale di Chiari (Brescia) e l’Ingegner Cristian Fracassi (CEO di Isinnova) che poteva produrre i pezzi mancanti; in poche ore dalla prima telefonata, Cristian Fracassi era nelle corsie dell’ospedale con una stampante 3D, con cui è stata modellata una particolare valvola e subito dopo stampata, permettendo di salvare immediatamente diverse decine di vite umane.
Qualche giorno dopo, Fracassi chiede a Temporelli di procurargli un contatto in Decathlon sollecitato da Renato Favero, ex primario dell’ospedale di Gardone Valtrompia; l’idea è quella di trasformare le maschere per l’esplorazione subacquea (il modello Easybreath) in maschere per ossigeno da poter usare nelle terapie intensive degli ospedali italiani. Si attiva di nuovo il circuito di connessioni, ci si scambiano pareri, si fa partire in fretta una “macchina” progettuale destinata alla risoluzione di un problema contingente. Prima viene fornito da Decathlon in disegno CAD delle maschere con cui l’ing. Fracassi mette a punto la modifica e le stesse arrivano presto nei reparti. Oggi Decathlon sta supportando la crisi da Coronavirus fornendo a tutte le regioni questi dispositivi che devono essere trasformati secondo l’intuizione dell’ingegnere bresciano prima di passare in reparto. Si è attivato il sistema dei makers nazionali, il FabLab di Brescia ha dato vita ad una rete di laboratori che possano aiutare di regione in regione la produzione del pezzo che serve a modificare le maschere per renderete utilizzabili negli ospedali.
Tutto questo nasce tra il 15 ed il 20 marzo; contestualmente in Sardegna non è ancora il momento dei contagi massivi, che invece sta raggiungendo l’apice in altre regioni. I designer di Mask Architects, realtà con sede a Olbia e Francoforte, si attivano anticipando i tempi, anticipando il problema e mettendo a punto un dispositivo universale stampabile in 3D e progettato per suddividere i flussi di ossigeno direttamente dalle condotte. Breathe-Just, questo il nome del progetto, è ideato dai designer Danilo Petta e Öznur Pınar Çer. Viene realizzato in ABS/silicone atossico chirurgico ed è una risposta immediata ad un’emergenza sanitaria, la messa a disposizione di un know how applicato ad un settore al quale i designer fino a quel momento non si erano mai dedicati prima.
Tutto questo ci insegna come la rete, nel senso di network e connessione, oggi più che mai è un valore; non le barriere, ma l’abbattimento delle barriere ci farà vincere questa battaglia. La condivisione delle esperienze, del sapere, della tecnologia, della creativitàe una forte spinta umana e ingegnosa stanno permettendo di mettere in relazione professionisti di ogni genere creando una rete che è un prezioso intreccio comune di saperi e competenze.