Cinque domande a Maurizio Lai
Studio Lai è stato fondato nel 1998 a Milano da Maurizio Lai, la cui influenza ne determina l’impronta e l’intenso impatto emotivo del suo lavoro. Costituito da un team di architetti e designer, lo Studio promuove sinergie di espressione, affrontando il processo progettuale in modo originale e distintivo.
- Un progetto che ti racconta?
Tutti i progetti nascono per raccontare qualcosa e, in fondo, per raccontare colui che li crea. Sono particolarmente legato a un progetto realizzato circa 15 anni fa a Milano per CLUB MED, l’agenzia di rappresentanza del Brand. In quell’occasione ho cominciato a fondere architettura e scenografia in una forma espressiva propria, uno spazio artificiale e costruito per effetti ottici e prospettici, capace di raccontare una storia evocando lo spirito del viaggio, rifiutandomi però di aderire ai canoni più formali o convenzionali della progettazione del Retail commerciale.
- Un oggetto della storia a cui non rinunceresti mai?
Non sono certamente tavoli, sedie o “iconici” complementi di arredo… Un oggetto a cui sono affezionato è un aerografo della Badger regalatomi da mio padre quando avevo otto anni, ancora lo conservo e lo utilizzo.
- Il materiale preferito?
In tutti questi anni di esercizio della professione, credo di aver manipolato e utilizzato una tale moltitudine di materiali accoppiandoli tra loro e ottenendo risultati a me sorprendenti. Non sono in particolar modo attratto da un materiale specifico, sono più incuriosito dal risultato derivante dall’accostamento tra gli stessi. Se devo indicare una preferenza, mi piace il legno in tutte le sue essenze, perché è un materiale che resta vivo con il passare del tempo, che si trasforma con lentezza , aggiungendo fascino alla propria superficie e consistenza. Ne amo la nobiltà, il profumo e la sua versatilità.
- La casa descritta in pochi aggettivi?
Vedo la casa come spazio contenitore di ricordi. Intima, rigorosa e nello stesso tempo “affettuosa”.
- Il luogo preferito?
Ho amato tanti luoghi, sono da sempre attratto dal mare, quindi non propriamente un luogo, perché appartiene ai sognatori, perché è circondato dal mistero della sua stessa profondità, perché talvolta per me diventa un rifugio. Mi attrae la sua indefinita linea che si staglia all’orizzonte , oltre la quale si può percepire l’idea di appropriarsi di una nuova scoperta.