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LA FORMA CURVA NEL FORNITURE DESIGN: PERCHÉ CI PIACE, COSA SIGNIFICA

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Le forme curve sono portatrici di un messaggio positivo e inclusivo; le linee morbide, l’assenza di angoli retti, racchiudono diversi significati e messaggi. La continuità esprime una maggiore possibilità di condivisione, un fluire più facile di azioni e gesti, una migliore interazione con le forme del nostro corpo. In certi oggetti, la forma curva risolve perfettamente una funzione; attraverso questo tipo di linea, viene garantito un uso facilitato, senza impedimenti, arrivando ad essere la sagoma che, più di altre, permette di stringere contatti, stimolati ad interagire e concentrarsi o sentendosi avvolti e protetti.

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Il progetto Tangram di Cesar, porta una nuova idea di sinuosità in cucina, che esplicita anche un invito alla condivisione, alla maggiore convivialità. Il blocco di lavoro si presenta come un elemento funzionale e allo stesso tempo scultore; perde la percezione della composizione di parti e acquista la forza della linea unica, che abbraccia e racchiude tutti gli elementi funzionali. Tangram facilita l’uso di alcune zone, proprio creando spazi in cui riusciamo ad avere un controllo migliore della gestualità sul piano di lavoro, potendo entrare meglio in contatto con alcune funzioni. Per accentuare la fluidità di questa tipologia di cucina, l’anta può essere realizzata con una lavorazione tridimensionale denominata Groove, che nasconde gli accostamenti tra moduli e assicura una percezione unitaria dell’insieme.

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Nel Cumano di Achille Castiglioni, la forma tonda, richiama il disegno archetipo dei tavolini a tre piedi tipici nei bistrot francesi e garantisce un senso di condivisione, vicinanza, maggiore possibilità di interazione e allo stesso tempo intimità tra l’oggetto e chi lo usa. L’assenza di spigoli, in un piano così piccolo, permette un’ergonomia d’uso e un maggiore comfort. Questo pezzo, disegnato nel 1978, è manifesto di re-design, nella reinvenzione di un prodotto già esistente, aggiunge un plus; il tavolino ha un foro e viene dotato di un gancio, da fissare a muro, che permette di appenderlo, riducendone l’ingombro, piegandolo, quando non serve.

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Eclisse, disegnata da Vico Magistretti nel 1965, ha vinto il Compasso d’Oro nel 1967 ed è diventata la rappresentante del design italiano nel mondo. Eclisse è un equilibrio all’avanguardia tra forma e funzione, design e utilità. Il concetto è racchiuso nella possibilità di regolare l’intensità della luce, attraverso il suo paralume interno rotante che “eclissa” la sorgente luminosa. Con un involucro esterno fisso e un involucro interno mobile, la lampada può fornire luce diretta o diffusa. In questa piccola lampada, la curva simula le forme e i movimenti naturali; la calotta ruota su un perno e permette la modulazione della luce, entrando in contatto diretto con chi la usa, tramite la personalizzazione della quantità di luce preferita. Un progetto unico, in cui le caratteristiche di prodotto industriale e customizzato coincidono.

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Nel tavolo Vidun, che rappresenta il punto di inizio della proficua collaborazione tra Magistretti e De Padova, la forma tonda del piano accentua il naturale movimento che la vite compie per permettere la regolazione dell’altezza del tavolo. Il nome del prodotto in milanese significa proprio grossa vite. La gamba, oltre alla vite, riprende le caratteristiche funzionali ed estetiche dei tavoli da lavoro. A Vico Magistretti piaceva l’idea di attingere alle forme e funzioni degli oggetti anonimi per non dimenticarli riportandoli alla contemporaneità dopo averli ridisegnati e modificati. La vite ed il treppiede di questo tavolo si “colorano”, diventando segni identificativi nello spazio in cui vengono inseriti e suggerendo anche in questo caso, sia per la regolazione dell’altezza che per la scelta dei colori, una possibilità di entrare maggiormente in contatto con l’oggetto, proprio personalizzandolo.

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