Tra le finiture del 2023: CEMENTO, NUOVO BRUTALISMO, effetti monomaterici 

Non possiamo certo dire che ci sia un’estetica vincente o predominante nell’interior design. Certe volte, anche nello stesso progetto, convivono stili che sembrano contrastanti. Si tratta di correnti e trend che influenzano dapprima l’arte e la moda e arrivano a caratterizzare anche il modo di allestire gli spazi in cui viviamo, lavoriamo e passiamo il tempo libero. Lo stile brutalista, il cemento a vista, le superfici grezze, l’effetto monometrico creato dall’apparente uso di un unico materiale è dunque uno tra gli stili contemporanei che ci accompagneranno nel 2023 e lo vediamo applicato sia sugli spazi pubblici che su quelli privati.

Antonia, ha appena inaugurato il nuovo store all’interno del più ampio contesto di Portrait Milano, nuovissimo hub dedicato all’ospitalità e al lifestyle. Il progetto di Vincenzo de Cotiis, che cura tutti i negozi Antonia nel mondo, si ispira direttamente all’architettura brutalista; lo spazio dai soffitti altissimi gioca con la presenza di volumi e finiture che fanno percepire una continuità materica pur facendo dialogare superfici specchiate e cemento grezzo, legno e pietra, microresina e reti metalliche.

Ci si aspetterebbe, forse, un’estetica un pò urlata trattandosi del pop-up store dedicato alla linea beauty di Kim Kardashian; invece lo spazio, progettato da Perron-Roettinger, si presenta come un involucro sobrio, monometrico, quasi monacale. Il gioco dei materiali rispecchia il packaging dei prodotti creando un unicum che rende il brand riconoscibile dal micro al macro. Geometria semplice, elementi primari e materiali quasi senza finiture renderanno l’esperienza d’acquisto molto concreta.

L’installazione che durante lo scorso Salone festeggiava i 15 anni di produzione del designer Lee Broom, si ispirava tanto al minimalismo quanto al brutalismo, rielaborando queste correnti e proponendo un’estetica ulteriormente raffinata e colta. Nello spazio, che è stato tra i più interessanti del Salone 2022, la luce giocava un ruolo molto sofisticato. In alcune stanze era parte integrante dell’architettura, in altre ne emergeva solo la forma tuttavia si percepiva una totale integrazione materica con il contesto in cui era installata la lampada, attraverso l’uso di un unico colore e quasi di un unico materiale.

Nel centrale quartiere dell’Eixample di Barcellona, Aësop ha aperto la seconda boutique spagnola in uno spazio che occupa parte del piano terra di un elegante edificio residenziale del 1910. Lo store, progettato dallo studio locale Barozzi Veiga, è caratterizzato quasi dall’uso di un solo colore e tanto acciaio che rendono tutto sobrio e pulito. Il grigio del pavimento si estende infatti sulle pareti, salendo fino al soffitto; l’acciaio del blocco lavamani, così come dei tre pilastri sembra introdurre l’unico materiale diverso di tutto l’ambiente creando comunque una continuità visiva con il resto delle finiture.

Non solo gli spazi commerciali ed espositivi vengono immaginati attraverso l’estetica del brutalismo. Lo Studio Okami Architects di Anversa ha progettato un appartamento nel cuore della stessa città conservando lo stile originario dell’edificio in cui si trova lo spazio. Il carattere brutalista in cui lo spazio si trova è accentuato dalla massiccia presenza di pareti in cemento a vista “addolcite” soltanto dal color pesca della pavimentazione e dalla scala azzurra, unici elementi soft che catturano l’attenzione e addolciscono la presenza massiccia del cemento a vista.