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NEUROARCHITETTURA: perché tutti i progettisti la dovrebbero utilizzare

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Si tratta di una disciplina che integra neuroscienze e architettura, con lo scopo di creare ambienti che migliorino benessere fisico, mentale, emotivo e sociale, influenzando umore e comportamento. La neuroarchitettura ha origine negli studi di Jonas Salk, un virologo e ricercatore medico americano che reputò fondamentale la sua permanenza ad Assisi nella scoperta del vaccino contro la poliomielite. Salk ha infatti attribuito la scoperta alla capacità della Basilica di San Francesco d’Assisi di accendere le sue capacità cognitive. “Sotto l’influenza di quel luogo storico, ho progettato intuitivamente la ricerca che pensavo avrebbe portato a un vaccino contro la poliomielite. Sono tornato al mio laboratorio a Pittsburgh per convalidare i miei concetti e ho scoperto che erano corretti”.

alt: "materialiedesign_neuroarchitettura_ salk_institute_uso_luce_naturale_cemento_armato"Photo Credits: Salk Institute

Dopo aver sperimentato il potere dello spazio costruito nella stimolazione del pensiero, Salk si è rivolto all’architetto Louis I. Kahn per creare il Salk Institute, un centro di ricerca che utilizza il design per facilitare l’ispirazione negli studi scientifici in corso. Negli anni successivi, altri scienziati hanno scoperto la connessione tra ambiente e benessere. Tra le figure più rilevanti c’è Fred Gage che, insieme a John Eberhard, ha fondato l’Academy of Neuroscience for Architecture, un’organizzazione non-profit focalizzata sulla promozione e la continua scoperta dei collegamenti tra neuroscienze e ambiente costruito.

alt: "materialiedesign-neurachitettura_principi_facili_da_applicare_Centro-polifunzionale-Ingrado_Bellinzona_materiali_naturali_interior_designImage Credits: Filippo Bolognese, centro polifunzionale su progetto di Buzzi Studio d’Architettura _ In copertina Filippo Bolognese per Miller & Maranta

Gli elementi che riescono in maniera sostanziale a influire sullo stato di benessere in uno spazio sono: temperatura, illuminazione, uso di finestre e trasparenze per garantire visuali aperte e vaste, presenza di piante e materiali naturali, colori, odori e geometria dello spazio. Ambienti troppo caldi, per esempio, hanno un impatto negativo sulle prestazioni cognitive, una scarsa illuminazione rallenta il tempo di reazione nelle attività umane; è possibile invece ridurre lo stress utilizzando forme organiche, mentre essere circondati da fogliame e materiali naturali ha un impatto positivo sulla creatività. Gli antichi egizi utilizzavano cristalli colorati attraversati dalla luce solare a scopo curativo; oggi il colore è forse la disciplina degli interni più conosciuta e applicata per stimolare la produttività o la calma. Gli odori invece sono strettamente legati alla memoria; nella neuroarchitettura e nel design, possono quindi essere utilizzati strategicamente per garantire il rilassamento e il benessere, evocando sensazioni positive e ricordi lontani.

alt: "materialiedesign-neurachitettura__berteroprojects_het_biophilia_scuola_elementare_biofilia_piante_che_assorbono_inquinamento_puliscono_aria"Photo Credits: BerteroProjects, sistema integrato di piante che migliorano la qualità dell’aria applicato in una scuola primaria 

Solo di recente i progettisti hanno iniziato ad interrogarsi sull’importanza del “dialogo” tra esseri umani ed edifici; gli studi di architettura e design più grandi e strutturati analizzano in maniera sempre più dettagliata la user experience e, anche tramite il supporto della tecnologia, riescono a sperimentare virtualmente l’impatto dello spazio sul comportamento di chi lo usa. Ci sono spazi che, più di altri, meritano una progettazione che supporti la salute mentale e fisica; costruire scuole caratterizzate da  ambienti “nutrienti” e pieni di natura migliorano lo stato psicofisico, riducono il tasso di criminalità e bullismo, garantiscono un senso di sicurezza e appartenenza e riescono a migliorare le capacità relazionali e il successo accademico.

alt: "materialiedesign-neurachitettura_earth_station_michele_de_lucchi"Image Credits: Filippo Bolognese per AMDL, Earth Station, progetto sul futuro dell’architettura per favorire benessere degli esseri umani, coesione sociale e salute del Pianeta.

Diventa prioritario dunque progettare i singoli spazi e le città considerando il loro impatto sulla salute, poiché trascorriamo la maggior parte del nostro tempo al chiuso. Di Michele De Lucchi è la convinzione che l’architettura disegna non solo lo spazio ma anche i comportamenti e, proprio con le Earth Stations, progettate con il suo AMDL Circle, sta immaginando delle Stazioni in cui entrare e rigenerarsi tramite la buona convivenza con il luogo e con le altre persone. Secondo De Lucchi è importante lavorare sull’empatia che lo spazio scatena sull’individuo, per favorire comportamenti virtuosi; al contrario, progettare architetture di per sé sostenibili, che non incentivano azioni concrete in chi le abita, è assolutamente inutile, un gesto sprecato, che gratifica solo chi lo ha immaginato.

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