
Cersaie 2025. Il nuovo alfabeto delle superfici
Negli spazi silenziosi dei padiglioni, il ritorno alla materia si manifesta come un gesto di consapevolezza. Pietra, cemento, argilla, pigmenti e polveri diventano strumenti per raccontare un’idea più autentica di abitare, dove la superficie non è più decorazione, ma racconto. Cersaie 2025 ha segnato una stagione di rinnovata intimità con i materiali naturali: superfici che respirano, pavimentazioni che si adattano al terreno, texture che sembrano scolpite dal tempo e dalla luce. La materia non vuole più imitare la natura, ma comportarsi come essa: mutevole, imperfetta, viva.
Photo Credits (anche in copertina): CIMENTO
Tra le tendenze che segnano Cersaie 2025, CIMENTO® si distingue per la sua capacità di trasformare la materia grezza in un linguaggio sensoriale. Nel suo debutto bolognese, il brand presenta la collezione firmata da Patricia Urquiola e le nuove finiture che raccontano un’estetica in evoluzione: sempre più consapevole, più sostenibile, più vicina alla verità dei materiali. Il cemento, reinterpretato come superficie viva e vibrante, diventa il punto di incontro tra artigianalità e innovazione. È un omaggio al valore tattile delle superfici e alla bellezza sobria delle forme essenziali. Il trend che emerge è quello della materia scultorea, in cui la superficie è volume e la forma diventa esperienza, un modo per ritrovare la fisicità del progetto. Il cemento è trasformato in un nuovo linguaggio narrativo: brutalista eppure tattile, rigoroso e al tempo stesso accogliente.
Photo credits: SODAI
In un mondo saturo di superfici iperrealistiche, emerge il fascino dell’artificio dichiarato. Sodai, con le sue collezioni, restituisce dignità al decorativismo, lo risveglia come gesto culturale; le superfici non sono solo supporti, ma scrigni di memoria, immagini tacite e moti interiori. I decori non sono mera aggiunta, ma esigenza poetica tradotta in rilievi, venature, pattern evidenti, texture che evocano ricordi, atmosfere borghesi e barocche, ironiche e sottilmente dissacranti. È un’operazione che chiede precisione tecnica, una cura nel saper plasmare l’artificio non rendendolo una copia: ogni lastra diventa teatro, ogni motivo un dialogo silenzioso con il tempo. È una tendenza che celebra l’espressione personale e l’irregolarità, riportando nelle case e negli spazi pubblici la bellezza delle superfici che sanno emozionare, come pelle viva di un racconto domestico.
Photo credits: ZOCCHETTO
Dalla ceramica al legno, il desiderio di sostenibilità si traduce oggi in sistemi modulari che respirano con il paesaggio. È la direzione intrapresa da Zocchetto, che reinterpreta l’idea del sanpietrino, con moduli drenanti e materiali rigenerati. Il nome ed anche la forma sono ispirati ad una parola in dialetto romagnolo che identifica il blocchetto di legno: lo zocco. In questo progetto, già premiato da ADI, la sostenibilità non è dichiarazione ma gesto pratico: un pavimento che si posa a secco, si rimuove e si ricompone, seguendo le stagioni o i mutamenti di un giardino. È il segno di un design che torna a parlare con la terra, che non teme di sporcarsi le mani, e che trova nel ciclo naturale la propria grammatica.
Photo Credits: CIMENTO
Ciò che lega queste ricerche, tra ceramica, cemento e materiali ibridi, è un comune desiderio di autenticità. Il lusso torna ad avere il ritmo lento della materia, del gesto manuale, della luce che muta sulle superfici. Le tendenze del 2025 ci raccontano un design più contemplativo, che non rinuncia alla complessità ma la traduce in semplicità visiva, in leggerezza tattile. È la nuova frontiera del “natural feeling”: non imitare la natura, ma imparare da essa a cambiare, a durare, a restare.